πΊππππ π ππππππ‘π, ππ’ππ ππππ ππππ‘π; πππππ π πππ£πππ‘π, ππ’ππ ππππππ‘π
tutti conoscono questo vecchio detto, che aiuta a determinare l’etΓ della Luna. E se non si sa trovare i punti cardinali?
Esiste un’altra credenza, meno nota ma di applicazione piΓΉ semplice, secondo cui la Luna Γ¨ bugiarda. Quando la falce ha forma di una C, essa dice Cπππ ππ, e invece decresce; invece, quando ha forma di una D, dice Dπππππ ππ ma in realtΓ Γ¨ crescente. Anche questo metodo ha i suoi limiti, come capita ad esempio con la Luna in fase gibbosa, che non ricorda a colpo d’occhio nessuna delle due lettere.
Questi proverbi affondano le loro radici nei tempi, antichi ma non troppo, dove l’astrologia e l’astronomia erano indissolubili, e anche le persone colte (Tolomeo e Keplero compresi) credevano fermamente nell’influsso degli astri sulle faccende quotidiane. Per coloro le cui attivitΓ erano piΓΉ influenzate dal meteo, quali contadini, pescatori, naviganti eccetera, era importante sapere con un colpo d’occhio se la Luna era crescente o calante. Infatti, nel primo caso, il nostro satellite avrebbe portato il sereno, mentre il secondo era presago di temporali e precipitazioni. Di ciΓ² resta traccia nella nomenclatura di Giovanni Riccioli, in buona parte usata ancora oggi. Difatti, i mari occidentali, visibili in fase calante, portano perlopiΓΉ nomi associati al maltempo (Mare delle Nubi, Mare delle Piogge, Oceano delle Tempeste) mentre quelli orientali al bel tempo (Mare della TranquillitΓ , Mare della SerenitΓ ).
Per un periodo, ho provato a correlare la fase lunare al tempo meteorologico, nel tentativo di determinare se ci fosse un fondo di veritΓ nella vecchia credenza sopra. I risultati? Beh, lasciamo perdere!